(CAVALIERI MARVEL)

 

N° 76

 

 

TROPICO DEL CANCRO

 

Di Carlo Monni

 

 

1.

 

 

            Come ogni grande città, anche San Francisco ha i suoi luoghi malfamati e i suoi quartieri alti. Non capita spesso che i due si mischino, ma a volte succede e spesso questo è sinonimo di guai.

            Quartiere di Tenderloin, ore 4 del mattino. La donna alta e snella dai capelli rossi che indossa una camicetta azzurra, jeans e giubbotto di pelle supera con disinvoltura il cordone giallo della polizia che delimita una scena del crimine senza che nessuno osi fermarla. Del resto il distintivo dorato la identifica come investigatore e quindi ha tutto il diritto di trovarsi lì.

-Che abbiamo Harry?- chiede ad un detective anziano accucciato presso un corpo disteso in terra in un vicolo.

-Qualcosa adatto a te, Tenente.- replica l’uomo -Maschio, bianco, trent’anni circa, strangolato. Gli hanno stretto il collo così forte che la lingua gli è quasi schizzata fuori dalla bocca.-

-Aveva ragione.- borbotta tra sé il Tenente Sabrina Morrell della Squadra Omicidi -Sono tornati… o non se ne sono mai andati,-

-Cosa hai detto, Bree?-

-Nulla, Harry, nulla. Che dice il Medico Legale?-

            La donna asiatica china anch’essa sul cadavere alza la testa e risponde:

-Direi che posso confermare la morte per strangolamento. Mi riservo di aggiungere altro dopo l’autopsia. Posso chiedere perché il caso ti interessa così tanto da spingerti qui a quest’ora, Tenente? Cos’ha di così importante?-

-Ci sono stati altri omicidi simili negli ultimi mesi. Hanno le caratteristiche di omicidi rituali e ho… ho il sospetto che ci siano altre vittime di cui non sappiamo nulla.-

-Omicidi rituali? Come dei sacrifici umani?-

-Qualcosa di simile, sì.-

            E questo non sarà l’ultimo, pensa Bree.

 

            La ragazza bionda in miniabito nero osserva il gruppetto nel tavolo d’angolo davanti a lei. Due sono di in tutta evidenza guardie del corpo che tentano di dissimulare quel che sono non riuscendoci troppo bene, il terzo sembra sentirsi fuori posto in quel bar di Miami, ha tutta l’aria di uno che sia più a suo agio dietro una scrivania o in un consiglio di amministrazione. La giovane donna è tutt’altra questione: non è difficile capire che è quella che comanda. È bella e ne è consapevole, deve aver trattenuto il fiato molto a lungo per entrare in quell’abitino attillato che indossa, ha lunghi capelli castani e ricci, grandi occhiali da sole e quel tipico atteggiamento arrogante di chi è abituato alla ricchezza e al potere. A poco più di vent’anni ha perduto ogni illusione sulla vita.

            Nina McCabe, o meglio: Belinda Swann, sa molto bene chi è: si chiama Allegra Bazin ed è l’erede di una famiglia criminale. Suo padre Philippe era a capo di una potente famiglia criminale di New York ma è stato costretto a lasciare la città inseguito da vari mandati di cattura per omicidio. Dicono che sia morto ma ci sono voci per cui è stato visto vivo nei Caraibi e in altri posti del Centro e Sud America.

            A Nina o Belinda che dir si voglia questo importa poco al momento, è focalizzata sul bersaglio. Qualcuno ha richiesto i servigi del Cigno Nero e questo vuol dire che presto qualcuno lascerà questa valle di lacrime in modo violento.

            Nina McCabe, l’innocente ragazzina dello Iowa, sarebbe inorridita all’idea di uccidere qualcuno per denaro ma quella Nina McCabe non esiste più e Belinda Swann se ne infischia di cose come la morale comune, è interessata solo al suo compenso... e al brivido che prova quando entra in azione.

            Nina si accorge che Allegra la sta guardando e accavalla disinvoltamente le gambe alzando contemporaneamente il suo bicchiere al suo indirizzo. Dopo un attimo di esitazione Allegra abbozza un sorriso e ricambia il brindisi.

            Il gioco è cominciato.

 

            Isla Suerte è uno staterello microscopico, poco più di un puntino su una cartina geografica, dei Caraibi ed è molte cose: un paradiso fiscale che difende, ostinatamente la privacy di chi ha scelto di depositarvi i suoi soldi o la sede delle sue società, una trappola per turisti che possono permettersi di spendere molti soldi nei suoi hotel e casinò d’alta classe ed anche un rifugio sicuro per latitanti di lusso.

            Chi osservasse la giovane donna bionda sdraiata sulla spiaggia a prendere il sole potrebbe chiedersi a quale categoria appartenga. Studiandola ne ammirerebbe le forme e vedendo l’uomo in costume da bagno dai capelli castani e dal fisico scolpito che le porge un bicchiere con una cannuccia identico a quello che lui tiene in mano, si chiederebbe se non sia una ricca ereditiera in vacanza col ragazzo della settimana o magari se lui non sia un ricco uomo d’affari e lei una escort d’alto bordo. Sbaglierebbero in entrambi i casi.

            La verità è che la ragazza, il cui nome è Josephine Meachum, è a capo di un impero finanziario ed industriale con interessi in mezzo mondo mentre l’uomo ha molti nomi. Quello con cui è registrato all’Isla Suerte Sheraton è Paul Denning ma in certi ambienti è noto col nome di Paladin, mercenario ultra tecnologico. “Ho una pistola e sono pronto a viaggiare” potrebbe essere il suo motto.

            Attualmente la sua mente e quella di Joy Meachum sono decisamente lontane dal lavoro. Pensano solo a rilassarsi dopo una rocambolesca avventura che li ha visti rischiare la vita contro spietati assassini asiatici.[1]

            Non tutti, però, si rilassano. Qualcuno in quella stessa spiaggia ha un sussulto quando, vedendo la coppia, riconosce l’uomo.

            Non ha dubbi: è Paladin. In qualche modo ha saputo che lui è qui ed è venuto a cercarlo fingendo di essere un normale turista e portandosi perfino dietro una delle sue sgualdrinelle come copertura ma non l’ha ingannato. Non ha scelta: deve ucciderlo prima che lo faccia lui.

 

 

2.

 

 

            Miami, Florida. Nella sua stanza d’albergo Belinda Swann indossa la sua tenuta da Cigno Nero, assicura i sai alle fondine alle cosce e la katana a quella sulla schiena ed esce dal terrazzino. Si arrampica lungo la parete usando i pochi appigli che trova e benedice l’intenso allenamento a cui l’ha sottoposta Elektra quando le ha insegnato le arti del ninjutsu.

            Raggiunge rapidamente la terrazza che cerca. Un lieve bagliore nel buio la avverte che c’è qualcuno fuori. Il suo bersaglio è uscito a fumare? In effetti c’è un uomo sul terrazzo che indossa solo dei boxer. Curioso avrebbe giurato che…

Cigno Nero si arrampica sulla terrazza senza essere vista o sentita e arriva alle spalle dell’uomo. Gli afferra il collo e lo stringe. Pochi istanti e l’uomo è privo di sensi e viene fatto scivolare a terra senza rumore.

C’è una specie di sensore alla porta finestra ma la ragazza lo evita facilmente ed entra nella stanza illuminata solo dalla luce lunare. Sul letto disfatto c’è una ragazza nuda che dorme a malapena coperta da un lenzuolo.

Cigno Nero si avvicina sempre silenziosa al letto, poi si ferma di colpo: non è sola. Le luci si accendono di colpo e una fredda voce intima:

-Ferma dove sei, intrusa.-

            Nina si gira di scatto estraendo il sai alla sua destra. L’arma vola conficcandosi nel polso dell’uomo che ha parlato. La ragazza si getta a terra e sferra un calcio al suo avversario, quindi gira su se stessa e col taglio della mano disarma un altro uomo, che poi colpisce al mento abbattendolo. A questo punto si volta di nuovo verso il letto dove la donna che lo occupa ora vi è seduta sopra e si copre con il lenzuolo.

-Molto brava, coplimenti.- guarda verso gli uomini a terra -Non li hai uccisi spero.-

-Non lo faccio mai senza un vero motivo… e gratis.- replica Cigno Nero, poi aggiunge -Ancora non capisco il perché di questa pantomima, Miss Bazin.-

-Volevo essere certa delle tue capacità e devo dire di essere impressionata… favorevolmente impressionata.-

Risponde Allegra Bazin alzandosi dal letto sempre avvolta dal lenzuolo.

-Non si fidava di Mr. Slaughter, forse?-

-Preferisco verificare di persona con chi ho a che fare, specie quando devo pagare onorari molto salati. Che ti ha detto esattamente Slaughter?-

-Che era un incarico pericoloso e che lei mi avrebbe dato i dettagli.-

-Dammi pure del tu. A vederti nessuno penserebbe che una ragazza giovane e bella come te sia una pericolosa assassina.-

-E nessuno ti prenderebbe mai per il capo di una famiglia del crimine organizzato, Allegra.-

-Touché. Veniamo agli affari adesso: questi sono i tuoi bersagli.-

            Le porge due foto: un uomo tra i cinquanta ed i sessant’anni dai capelli e barba neri ed un giovanotto dai lunghi capelli neri.

            Cigno Nero le prende in mano e le osserva: l’uomo più anziano ha uno sguardo sicuro di sé e risoluto, quello più giovane, invece, ha qualcosa nello sguardo, qualcosa di inquietante.

-Chi sono?- chiede.

            Allegra esita solo un istante prima di rispondere:

-Mio fratello e mio padre.-

            Fuori si ode il rombo di un tuono.

 

            Isla Suerte, rifugio di ricchi e di peccatori, che spesso sono la stessa cosa. L’uomo ha passato buona parte della giornata a sorvegliare Paladin e la sua compagna. È abbastanza sicuro che né lui né la bionda lo abbiano notato ma con un bastardo come Paladin non si è mai veramente certi di nulla, deve stare molto attento: il cacciatore non deve capire di essere diventato preda.

            Per tutta la giornata si sono comportati come due normali turisti ma non lo ingannano, lo sa che sono qui per lui. Sperano di prenderlo di sorpresa ma lui è più furbo e saranno loro ad essere sorpresi… mortalmente sorpresi.

            Le mani dello sconosciuto brillano nel buio.

 

            San Francisco, culla degli stili di vita alternativi, dove la libertà individuale o collettiva viene presa molto sul serio. Se non violi la legge puoi fare praticamente tutto quello che ti pare e vestirti, o non vestirti, come desideri, ti verrà dedicata al massimo un’occhiata distratta. Se però violi la legge, attento, perché la liberale San Francisco è nota per avere i poliziotti più duri degli Stati Uniti.

            Bree Morrell non sembra una dura ma l’apparenza spesso inganna come ha imparato dolorosamente chi ha avuto a che fare con lei.

            Rientra a casa a tarda ora come spesso le capita e si sente stanca. Si reca subito in camera da letto e comincia a spogliarsi. Chi le vedesse la schiena nuda noterebbe un tatuaggio a forma di drago, simbolo della sua affiliazione ad una setta giapponese che si oppone alla Yakuza, ma non c’è nessuno a vederla perché Bree vive da sola e non ha interessi sentimentali al momento. Ha sacrificato la vita privata al lavoro.

            Finisce di spogliarsi e si infila nella doccia abbandonandosi al piacere dell’acqua calda che le scivola sulla pelle. Improvvisamente, attraverso il vetro smerigliato, nota un’ombra al di fuori: c’è un intruso e lei non è esattamente nelle condizioni migliori per affrontarlo, la sola arma a sua disposizione è una confezione di shampoo.

-Esca pure tranquilla, Tenente…- dice una voce conosciuta -… non ho intenzioni ostili.-

            Bree apre la porta scorrevole ed afferra rapidamente un asciugamano che usa per coprirsi uscendo.

-Sudario…- esclama -Solo tu potevi essere tanto sfacciato!-

-Se è del suo pudore che si preoccupa…- replica l’uomo mascherato -… le ricordo che io sono cieco. Che lei sia nuda o completamente vestita è indifferente per me.-

-Ma non per me. Questa è casa mia, non puoi andare e venire come ti pare.-

-Mi scuso per l’inconveniente ma… abbiamo poco tempo prima del prossimo omicidio dei thugs.-

            Bree si fa subito attenta.

-Hai scoperto qualcosa? Sai chi è la prossima vittima?-

            La voce di Sudario si fa cupa:

-L’ho appena scoperto… è lei.-

 

 

3.

 

 

            La pioggia comincia a cadere ma l’uomo non se ne cura. Ha seguito i suoi due bersagli dal ristorante sino al bungalow dove alloggiano. Sembra che stanotte non vogliano fare le ore piccole in qualche locale ma dedicarsi ad altri piaceri. Beh goditela Paladin, pensa, perché sarà l’ultima volta che lo farai.

            Attende che le luci si spengano poi si avvicina alla porta del bungalow ed allunga la mano verso la maniglia. Improvvisamente una voce lo blocca:

-Adesso mi dirai chi sei e perché mi segui e lo farai in fretta.-

            Si volta in fretta e si trova davanti Paladin, bardato col suo costume, che gli punta contro la sua pistola… ma come?

-Credevi davvero che non mi fossi accorto che mi seguivi?- gli dice Paladin -Vuol dire che non mi conosci bene. Ora parla: chi sei e cosa vuoi?-

            Un lampo illumina una figura inquietante avvolta in un ampio mantello. Indossa un costume porpora e sul viso ha una maschera simile ad un teschio stilizzato sotto un ampio cappuccio.

-Ma cosa…?-

            Mentre Paladin resta un attimo interdetto il suo avversario gli balza addosso.

-Dovevi lasciarmi in pace, Paladin!- urla -Ti ucciderò!-

            Le mani dell’assalitore brillano nel buio e Paladin capisce che è meglio non farsi toccare. Riesce a far volare l’uomo sopra la sua testa e poi gli punta contro la pistola.

-Fermo o sarò costretto a spararti.- gli intima.

-Non puoi uccidere chi è già morto, Paladin.- ribatte l’altro avanzando verso di lui.

            Paladin spara ma la figura davanti a lui diventa evanescente e scompare.

-Maledizione.- borbotta il mercenario.

-Paul… va tutto bene?-

            Joy Meachum è apparsa sulla soglia del bungalow.

-Sta indietro Joy… il pericolo non è ancora cessato.-

            Attirati dal trambusto altri residenti si sono fatti vivi chiedendosi cosa sia successo. In un angolo buio l’assalitore decide di rinunciare ma presto avrà la sua rivincita, lo giura.

 

            San Francisco. Un locale frequentato abitualmente dai tutori dell’Ordine. Bree Morrell sorride quando Paul Carson si alza dal tavolo al suo arrivo. È proprio un cavaliere di altri tempi.

-Sapevo che ti avrei trovato qui, Paul.- gli dice sedendosi davanti a lui.

-Se volevi vedermi…- le risponde il comandante dell’Unità SWAT del Dipartimento di Polizia anti superumani nota come Codice Blu -… potevi venire nel mio ufficio.-

-Troppo freddo e burocratico.- replica Bree –

-Ho bisogno di un amico più che di un poliziotto.-

-Di che si tratta?-

-Pare che io sia il bersaglio di una setta di fanatici religiosi e assassini.-

-Cosa? Terroristi?-

-No… cosa sai del culto di Kalì e dei thugs?-

-Quello che sa chiunque abbia letto un libro d’avventure o visto un film ambientato nell’India coloniale, credo… aspetta: stai dicendo che ci sono dei Thugs nella moderna Frisco e che vogliono uccidere te?-

-Così dice Sudario ed in queste cose lui sbaglia di rado.-

-Lo credo anch’io… ma perché tu?-

-Perché sono un nemico e perché pare che almeno una volta al mese con la luna nuova debbano sacrificare una donna alla loro dea. Di solito preferiscono una vergine ma pare sia difficile trovarne una a San Francisco di questi tempi e devono accontentarsi.-

-E tu hai deciso di prestarti come esca per attirarli allo scoperto. Tipico per te. Vuoi l’appoggio della mia unità?-

-Non ho il diritto di chiedertelo, non ci sono superumani coinvolti per quel che ne so… tuttavia uno o due paia di occhi in più mi farebbero sentire più tranquilla.-

            Carson pone la sua mano destra su quella di Bree e lei non la ritrae.

-Puoi contare su di me.- le dice.

 

            Un incarico insolito, pensa Cigno Nero, un contratto per uccidere il padre e il fratello della committente.

            Ora sono sole nella suite e lei chiede ad Allegra Bazin:

-Perché li vuoi morti?-.

            La ragazza, che ora indossa una vestaglietta di seta, si versa un bicchiere di whisky da una delle bottiglie del mobile bar e risponde:

-Mio fratello Broderick è uno psicopatico ed è solo questione di tempo prima che perda completamente il controllo. Sono convinta che prima o poi cercherà di uccidermi e che l’abbia già fatto con altre ragazze. Quanto a mio padre… è più insidioso di un serpente a sonagli e altrettanto pericoloso. Non si ferma davanti a nulla. L’unico modo per impedirgli di fare ancora del male a me a i miei cari è fermarlo prima.-

            Ed eliminare ogni residuo ostacolo al tuo ruolo di capofamiglia, pensa cinicamente Nina.

-Ed è qui che entro in scena io.- commenta.

-Mi sei stata raccomandata. Dicono che sei molto… efficiente.-

-Un modo elegante per dire che so uccidere bene. Ho avuto un’ottima maestra.-

-Quella Elektra che hanno processato poco tempo fa, per caso? Ho pensato anche a lei ma poi ho deciso per te. Noi ragazze dobbiamo essere solidali tra noi.-

            Allegra riempie un altro bicchiere e lo porge a Nina.

-No, grazie io non…-

-Non hai ancora l’età?- Allegra sorride -Direi che è la meno importante delle leggi che hai già infranto e ti appresti ad infrangere.-

            Perché no? Pensa Cigno Nero e beve tutto d’un fiato reprimendo poi un colpo di tosse.

-Cigno Nero è un bel nome e ti si addice, ma qual è il tuo vero nome?- chiede Allegra.

-Se avessi voluto farlo sapere, non avrei adottato quello di Cigno Nero.-

-Troppo giusto. Non ho il diritto di essere curiosa ma solo quello di aspettarmi che tu faccia ciò per cui ti pago. Lo farai?-

-Lo farò. Dove posso trovarli?-

-Broderick viene spesso da queste parti, quanto a mio padre… conosci un posto chiamato Isla Suerte?-

            Fuori la pioggia diviene sempre più forte.

 

 

4.

 

 

            In un luogo come San Francisco quella sembra una coppia come tante: una giovane bionda attraente in abito da sera e un uomo in smoking dai capelli biondo rossicci che indossa anche un paio di occhiali da sole. Il luogo è un famoso ristorante, proprio il tipo di locale che ci si aspetterebbe che fosse frequentato dall’ultimo rampollo di una delle più ricche famiglie degli Stati Uniti: Maximillian Quincy Coleridge V, nome decisamente altisonante. Quelli che seguono le cronache mondane si stupirebbero, però, di vederlo qui, lui che ha fama di recluso e che era scomparso dalla scena pubblica per anni. A tutto c’è una spiegazione.

            La sua compagna si alza dal tavolo e si dirige alla toilette. Nel tragitto incrocia un uomo massiccio dalla faccia brunita vestito elegantemente che sfoggia una folta barba e un turbante colorato. Lo sfiora casualmente e prosegue il suo cammino.

            Quando torna al tavolo il suo cavaliere le chiede:

-È andata?-

            La ragazza sorride e risponde:

-Ma certo: sono o non sono la migliore borseggiatrice della Costa Ovest? Certo ero abituata a sfilare le cose dalle tasche altrui, non a lasciarcele. Comunque non si è accorto di nulla, ne sono sicurissima.-

-So di potermi fidare di te, Mouse.-

-E ora?-

-Ora finiamo la cena e poi… poi sarà il turno di Sudario.-

 

            Trovare Broderick Bazin non è stato difficile per Cigno Nero: le è bastato recarsi in un’esclusiva discoteca di Miami con l’invito procuratole da Allegra.

            Sua sorella l’ha descritto come psicopatico e lei non fa fatica a crederci. Sembra il tipo che pensa che tutto gli sia dovuto. L’ha visto distribuire cocaina come se fosse zucchero e il modo con cui si comporta con le donne la disgusta.

            Agganciarlo non è stato difficile: è stato lui ad abbordarla.

-Sola?- ha chiesto. Non molto originale a dire il vero

-Non più adesso.- ha risposto lei e neanche questa è stata una risposta particolarmente originale.

            Dieci minuti dopo sono nella toilette avvinghiati l’uno all’altra mentre lui si sta calando i pantaloni. D’improvviso si ritrae con uno sguardo misto di meraviglia e dolore.

Qualcosa di molto appuntito gli ha squarciato la carotide. Ha la forma di una stella. I Giapponesi lo chiamano shuriken.

Broderick Bazin crolla a terra affogando nel proprio sangue e forse non ode la ragazza dire:

-Con i saluti di tua sorella.-

            Nina McCabe si riassetta velocemente e prima di andarsene getta accanto al cadavere un cartoncino preso dalla borsetta con l’immagine di un cigno nero: il suo biglietto da visita.

            Pochi minuti dopo è fuori dalla discoteca.

 

            Isla Suerte. La ragazza dai capelli neri e corti che indossa solo un ridottissimo perizoma rosso si sta godendo il sole sdraiata sotto un ombrellone e sorseggiando un margarita quando un’ombra le para il sole.

            La giovane solleva gli occhi e vede un uomo alto e muscoloso con addominali scolpiti che indossa solo un costume da bagno ed i cui occhi sono nascosti da lenti scure.

-Ariel Tremmore.- dice lui ed è un’affermazione non una domanda.

-Temo che si sbagli, signore.- risponde lei con aria ingenua mettendosi a sedere e allacciandosi pudicamente il top del bikini -Io mi chiamo Alana Cranston.-

-Quale che sia il nome sul tuo falsissimo passaporto, tu sei Ariel Tremmore, alias la supercriminale Shock.- replica l’uomo accosciandosi accanto a lei. -Ti sei rifugiata qui dopo essere evasa di prigione durante un trasporto prigionieri.-

-Posso anche ammetterlo.- replica lei -Anche se tu fossi un poliziotto, e non mi sembri il tipo, non c’è un trattato di estradizione tra Isla Suerte e gli Stati Uniti. Qui sono intoccabile.-

-Conoscevo un tipo che la pensava come te. Sono andato a pescarlo nel suo nascondiglio, l’ho rapito e riportato negli Stati Uniti. Lo Zio Sam mi è stato molto grato.-[2]

            Sul volto della ragazza passa per la prima volta un’ombra di preoccupazione.

-Chi sei?- chiede con voce dura.

-Il nome con cui sono più conosciuto è Paladin, immagino non ti sia nuovo. Non ho interesse a riportarti in patria ma ne ho nello scoprire se tu sai qualcosa di un tizio che indossa un costume simile a quello di Mister Fear. In fondo gli ultimi due Mister Fear erano rispettivamente il tuo prozio e tuo padre.-

-E sono entrambi morti… a meno che… potrei aiutarti Paladin. Non c’entro con gli attentati alla tua vita, non ho alcuno motivo di volerti morto ma se c’è un altro Mister Fear in circolazione voglio saperlo.-

-Benvenuta a bordo, allora.-

            Paladin le tende la mano e Ariel la stringe: è nata una strana alleanza.

 

 

5.

 

 

            L’uomo dai capelli e baffetti neri osserva la scena da un ombrellone poco distante. Interessante, pensa, la figlia di Mister Fear ha appena concluso un accordo con qualcuno. Il viso dell’uomo non gli dice molto… a parte che negli ultimi giorni lo ha visto in compagnia di Joy Meachum e lei sa chi è.

            Chiunque sia l’uomo, gli dà l’idea di uno che va preso con le molle e se ha appena concluso un accordo con Shock, val la pena di saperne di più. Dopotutto Parnival Plunder non è il tipo da farsi scappare una buona occasione quando gli si presenta.

 

            L’aereo atterra da Miami in perfetto orario e la giovane donna bionda, sui cui documenti c’è scritto il nome di Belinda Swann, torna per la seconda volta nella sua vita a Isla Suerte. È stato l’ultimo volo prima di una sospensione per un allerta uragani

-Forse avrebbe dovuto scegliere un altro momento per la sua vacanza, Miss Swann.- le dice la ragazza delle reception del suo hotel -Dicono che sarà un brutto uragano… anche se potrebbe sempre cambiare rotta all’ultimo minuto e mancarci del tutto, non sarebbe la prima volta.-

            La ragazza sorride e replica:

-Io sono ottimista di natura. Sono venuta qui con uno scopo e non me ne andrò senza aver ottenuto quel che voglio.-

            Ma la prima cosa per riuscirci è trovare Philippe Bazin e potrebbe non essere tanto facile.

 

            Il Tenente Sabrina Morrell esce dal Palazzo di Giustizia di San Francisco e, salita sulla sua auto, si dirige verso casa.

Un’altra inutile serata da sola, pensa. Parcheggia l’auto in garage e sale verso il suo appartamento. Non fa in tempo ad accendere la luce che una mano le tappa la bocca ed un’altra le serra la gola.

 

 

CONTINUA

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Poche note che potremmo definire storico-geografiche:

1)    Isla Suerte è uno staterello fittizio creato da Kurt Busiek su Iron Man Vol. 3° #4 del 1998. Come detto nella storia, è una località turistica di alto livello ma anche un paradiso fiscale e bancario e, visto che non ha trattati di estradizione con nessun’altra nazione, un rifugio per ricchi latitanti. Solo in questo episodio ne abbiamo incontrati tre.

2)    Ariel Tremmore, alias Shock, è un personaggio creato da Daniel G. Chichester & Scott McDaniel su Daredevil Vol. 1° #314 datato marzo 1993. È la figlia illegittima di Alan Fagan, il quarto Mister Fear, che a sua volta è nipote di Larry Cranston, il terzo Mister Fear. Assumendo lei stessa i prodotti chimici che costituiscono il gas della paura ha acquisto il potere di far vivere ai suoi bersagli le loro più recondite paure. L’assunzione del suo “siero della paura” la trasforma anche fisicamente facendo assomigliare il suo volto ad un teschio.

3)    Allegra, Broderick e Philippe Bazin sono personaggi creati da Danny Fingeroth & Mike Manley nella serie di Darkhawk nel 1991.

Nel prossimo episodio: il misterioso nemico di Paladin, Shock, Cigno Nero, Parnival Plunder e Philippe Bazin tutti a Isla Suerte mentre un uragano incombe. A San Francisco Sabrina Morrell è in pericolo e solo Sudario può aiutarla. In più: le ragazze della jungla.

A presto.

 

 

Carlo



[1] Nello scorso episodio.

[2] È accaduto nell’episodio #27.